VERNISSAGE 2019
giornata stupenda in Corte Partitore!
... Dacché l'uomo ne ha carpito i segreti, la comunicazione è diventata uno strumento di assoluta potenza.
Una moneta di scambio preziosa, in grado di comprare, unire, dividere e, nella peggiore delle ipotesi, distruggere.
E' la nature stessa a essere la prima docente della forma di comunicazione più dura e universale che l'uomo
abbia mai abbracciato; la geometria. E dal momento che la geometria insegna, l'uomo impara.
Costruendo torri babeliche in cui riunire una moltitudine di lingue ignote e diverse, alla ricerca di quell'unica lingua madre
che abbatterà qualsivoglia confine e che ci permetterà, un giorno, di comunicare con l'infinito, per sentire la sua voce.
Questa è l'idea trasmessami dalla mastodontica torre babelica eretta da Mauro Fornari e Vito Carta.
Un "tutto o niente" interpretativo che ha saputo stimolare, con la sua semplice visione, una curiosità interpretativa.
Perché è questa la voce dell'arte. Qualcosa di intangibilmente armonioso, udibile solo in alcune circostanze,
che ci prende la mano per condurci verso piccole fessure che danno all'ignoto,
armati di curiosità e sete di conoscenza.
- Paolo Maini
Mauro FornariHa frequentato l'istituto d'Arte "F. Gazzola" di Piacenza e l'istituto "Paolo Toschi" di Parma.
Nel 1970 frequenta, a Parigi, la scuola di nudo serale de "La grande Chaumière". Pittore, incisore, "maringone", ceramista, fabbro, il tutto affrontato con passione e golosità. Innamorato, in gioventù, della pittura piacentina del '900, scopre, alla fine degli anni '70, con l'amicizia di Ludovico Mosconi, la continuità di un dialogo poetico pittorico che lo arricchirà nel tempo, portandolo in un campo di ricerca autonomo, sempre però legato alla pittura con un linguaggio naturalmente lirico ed evocativo. |
Vito CartaNato nel 1957 a Milano, residente nella provincia di Piacenza. Fin dagli anni 70 fotografo free-lance professionista. Costantemente e volentieri al margine del discorso 'produttivo' di fotografo. Nel 1995 imbocca la strada artistica esponendo per la sua prima mostra al Centro Lavoro Arte di Milano. Abbandona senza rimorsi una ricerca tecnico-estetica fine a se stessa per approcciare con un dialogo più diretto possibile e spontaneo lo spettatore delle sue immagini. L’esigenza di una sempre maggiore espressività comunicativa si convoglia nella tematica stilistica della labilità dell'immagine, sempre vissuta come ricordo autobiografico, ed in quella contenutistica, idealmente contrapposta, tutta volta all’esasperazione ‘violenta’ dell'emotività.
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Giuseppina VeiInsegnante di arte e disegno, vive e lavora a Piacenza.Ha partecipato con successo a mostre di pittura e scultura in Italia e all’estero e ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi. Pittrice, scultrice e ceramista, crea opere in terracotta naturale, bucchero, raku e porcellana.
Di lei hanno scritto: “Arte vibratile e agile ,la sua (…) tende a superare la matericità figurativa con una ricerca di atmosfere(…)” Ennio Concarotti “Approfondisce la ricerca sulla materia, privilegiando la trascrizione di un’idea che diventa emulazione del visibile (…) indaga la forma sottolineando il rapporto tra creatività e manualità (…)” Elena Gavazzi |